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In che modo la cannabis terapeutica agisce sull'aterosclerosi?


Sapevi che gli adulti sopra i 40 anni hanno un rischio del 50% di sviluppare l'aterosclerosi e che il THC è un possibile agente terapeutico contro questa condizione? Continua a leggere!


I nostri vasi sanguigni sono responsabili del trasporto dell'ossigeno e dei nutrienti necessari ai nostri organi e tessuti in modo che svolgono la loro funzione nel modo migliore. Tuttavia, ci sono condizioni che possono influenzare questo processo, come l'aterosclerosi, in cui si forma una placca aterosclerotica nelle arterie a causa di livelli di colesterolo alterati e complesse cascate di infiammazione.



Man mano che la placca cresce, occlude l'arteria, rendendo più difficile il trasporto di ossigeno e sostanze nutritive attraverso il sangue, che può avere gravi conseguenze per il paziente, tra cui:


· Angina

· Malattia coronarica

· Malattia vascolare periferica


Se la placca si rompe, si può formare un coagulo di sangue che blocca completamente l'arteria o si sposta in altre parti del corpo, causando infarto, ictus, disfunzione erettile, disabilità e persino la morte.


Per questi motivi, il trattamento cerca di rallentare la progressione e le conseguenze devastanti. Nella maggior parte dei casi vengono suggeriti cambiamenti nella dieta e nelle abitudini, ma continuano gli sforzi per sviluppare terapie efficaci e complementari, come nel caso della ricerca sul sistema endocannabinoide e sulla cannabis terapeutica in questa condizione.


Effetti del THC sull'aterosclerosi


Il THC è un fitocannabinoide della pianta di cannabis medica, noto (e spesso evitato) per il suo effetto psicoattivo. Tuttavia, grazie a molteplici indagini, oggi sappiamo che può agire come antinfiammatorio, analgesico, ansiolitico, antiemetico e antitumorale.


Inoltre, studi in vivo hanno dimostrato che ha un potenziale antiaterosclerotico. Nei modelli animali, il THC inibisce la progressione delle lesioni aterosclerotiche stabilite e questa interazione è stata associata a una ridotta proliferazione e secrezione di fattori e cellule infiammatorie, stabilizzando la placca ateromatosa.


Va notato che questi effetti sono stati evidenziati utilizzando una dose di THC inferiore a quella solitamente associata agli effetti psicotropi.


Altri cannabinoidi nell'aterosclerosi


Anche se la più grande prova è sul THC, questo non è l'unico cannabinoide che ha dimostrato di essere correlato al processo di aterosclerosi.


Un altro studio in vivo mostra che i recettori CB1 mediano segnali protettivi intrinseci che contrastano le risposte pro-infiammatorie in un modello murino di infiammazione del colon, quindi sarebbero implicati quei cannabinoidi che sono agonisti per il recettore CB1.


D'altra parte, in un altro modello di ricerca, è stato valutato l'effetto degli agonisti CB2 sull'infiammazione cutanea, dove è stata osservata una diminuzione del processo infiammatorio.


Senza contare, ovviamente, i tanti studi che hanno dimostrato l'azione antinfiammatoria dei fitocannabinoidi come CBD, CBG e CBN, che potrebbero avere un effetto protettivo e stabilizzante sulla placca ateromatosa, riducendo l'infiammazione e, quindi, i sintomi e la probabilità sviluppare conseguenze mediche.


In conclusione…

L'aterosclerosi è un problema di salute pubblica in tutto il mondo, che sta diventando sempre più frequente. Si stima che il 70% della popolazione sviluppi l'aterosclerosi e, una volta che questa condizione si è stabilita, non può essere invertita, solo per ridurre i rischi e integrare abitudini sane nello stile di vita.


Ecco perché il fatto che le prove scientifiche suggeriscono un possibile effetto terapeutico della cannabis, in particolare del THC, sull'aterosclerosi è molto rilevante per la medicina. Sono necessari ulteriori studi per capire oggettivamente come il sistema endocannabinoide e il THC agiscono sui fenomeni che provocano l'aterosclerosi.


Fonti:

Sabine Steffens [2006]. Cannabinoid receptors in atherosclerosis. doi.org/10.1097/01.mol.0000245257.17764.b2


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